lunedì 21 novembre 2011







ANNAPURNA TREKKING


Rieccomi qua, dopo due mesi passati in Bali sono pronto ad affrontare una nuova “avventura” in Nepal, gateway questa volta e’ Singapore, ottimamente servita tramite aerei dall’isola Indonesiana. Mi fermo solo una notte e due giorni, il tempo non e’ il massimo e’ il periodo delle piogge, ho pero’maniera di visitarla benino; partenza da Marina Bay, mi dirigo verso la Little India perdendomi nei vicoletti assaporando profumi d’incenso e spezie.

Anziane donne Indiane con grande maestria eseguono henne’ sulla bianca pelle di turiste, altre pongono offerte nei minuscoli templi votivi; piccoli ometti vendono verdure e frutta fresca attirando l’attenzione con un campanello. Continuo la mia passeggiata verso Chinatown e mi sembra impossibile tutto questo ordine e pulizia, quasi dimenticavo d’essere nella sterile Singapore! Perdendomi qua e la’ tangibilissima e’ la mano del bianco coloniale degli anni che furono; molti edifici sono in classico stile Inglese, numerose le chiesette cristiane, e i parchi. Camminando e camminando e’ arrivata ora di cena, casualmente m’infilo in un ristorante cubano con musica dal vivo, dove abbonda una quantita’ di gnocca originaria dell’isola caraibica impressionante, che bel vedere… La “comida” e’ stata squisita, come poi poter dire di no a qualche Moijto? Avevo a disposizione tutta la mattinata seguente ma la pioggia era torrenziale, ho preferito spostarmi in aeroporto e visitare questa struttura a detta come il miglior aeroporto al mondo, impossibile dire il contrario! Nel primo pomeriggio parto per Kathmandu e dopo circa cinque ore mi ritrovo nella caotica capitale Nepalese; mi aspettano 27 giorni di trekking nell'area dell'Annapurna            giorno seguente di buona mattina si parte con un pulmino e con la mia guida Lok dopo sei ore di viaggio raggiungo il punto di partenza .Siamo ad una quota bassissima, solo 800 mt, e per i primi quattro giorni prendiamo poca quota; camminiamo tra colline, prati, coltivazioni di riso mais e foresta tropicale, il tempo e' bellissimo cosi' come i lodge dove ci fermiamo a mangiare e dormire. Cominciamo a scorgere le prime montagne innevate dopo sei giorni, siamo a quota 2.500, il paesaggio e’ totalmente cambiato, ora restano solo macchie di coltivazioni, prati verdissimi greggi di pecore, capre e mucche oltre ai tantissimi pini. Il sentiero e’ piacevole mentre le case cominciano ad assumere il classico stile montano, sassi e legno; le persone che incontriamo sono di chiara origine tibetana. Nonostante il sole sia omnipresente l’aria si fa decisamente piu’ frizzante specie mattino e sera, la vista della montagne innevate sempre piu’ vicina. Prima d’affrontare il passo a quota 5.420 abbiamo un giorno di relax per poter acclimatare meglio; il villaggio dove ci fermiamo non e’ un granche’ in compenso offre buone possibilta’ d’escursioni e, in una di queste faccio uno straordinario incontro. Dal villaggio si vede arroccato nella montagna un minuscolo monastero, chiedo informazioni ed ho diverse risposte: si, ci abita un monaco, no e’ disabitato, viene usato solo per particolari cerimonie. A questo punto non ho chance, vado di persona, l’ascesa non e’ facile c’e un dislivello di 7/800 mt e in un’ora e mezza lo raggiungo; sono a quota 4.400, non si ha traccia di persone ma c’e un’orticello coltivato dei panni stesi e dell’acqua corrente, sento starnutire e mi trovo sotto gli occhi un’anziana monaca di circa una sessantina d’anni che gentilmente mi fa entrare. Parla un pochino d’inglese mi offre un the caldissimo poi mi dice che il Lama e’ pronto per l’udienza, Lama? Udienza?
M’accompagna in una stanzina buia zeppa di statue di Buddha, tangka e fotografie del Dalai Lama; scorgo nella penombra la figura di un vecchio monaco, Lama Tashi 95 anni da 45 vive qua. Tramite la monaca mi chiede che cosa faccio li’, rispondo che ero incuriosito del monastero e sono venuto a vedere, il Lama si fa una grassa risata poi mi chiede se voglio la benedizione per il proseguo del mio trek visto che tre due giorni ci sara’ il passo da scalare; acconsento, la monaca dice che c’e da fare un’offerta, faccio l’offerta e Il Lama comincia con il rituale, prega, mi fa poi passare un cordino colorato al collo, mi tocca la testa con un’oggetto di cuoio, prega ancora poi dice che non incontrero’ nessun tipo di problema durante tutto il tragitto. Benissimo rispondo, a questo punto s’accorge del mio tatuaggio al polso, il suo sguardo s’illumina, mi chiede di sedermi accanto a lui, parla alla monaca che sparisce e ritornera’ un paio di minutidopo con un mala e due tazze di the tibetano.Benedisce il mala e me lo passa al collo, restiamo a guardarci negli occhi senza parlare e, sembra che ci capiamo alla perfezione nonostante l’assoluto silenzio. Il sole sta per tramontare, devo ridiscendere, faccio una lauta donazione saluto ed esco; non so cosa sia successo, l’incontro mi ha messo tantissima energia in corpo!!!! Il trek riprende con i colossi quali Annapurna 2 e 4,Thilicho, Gongapurna che ci circondano, sono tutte vette che superano i 7.000 mt lo spettacolo e’ favoloso, camminando si e’ arrivati ai piedi del famigerato passo Thorong La, alloggiamo al campo base. Tra le numerosissime persone quasi tutte occidentali non posso far a meno di notare che tutti sono tecnicamente super equipaggiati, dagli scaropni alle racchette, dall’abbigliamento ai famosi cerotti sul naso, vitamine barrette energetiche, glucosio liquido, sara’ mica che ho sbagliato trek? Eppure anch’io faro’ lo stesso sentiero, ma di tutto quello niente…..4,30, si parte in un paio d’ore sono al passo ma fa freddo e tira un gelido vento, saremo a -13/15, giusto un the per giunta neanche caldo due foto e giu’ dall’opposto versante. Arriviamo al lodge prestabilito con notevole anticipo, una bella doccia calda e un’ottimo pranzo ci rimettono in forma; il primo degli austronauti arrivera’ alle due del pomeriggio distrutto ed incredulo nel vederci gia’ li’!!!! Sara’ mica stata la benedizione ……… Siamo nel Mustang, area che solo da pochi anni e’ stata aperta al turismo di massa, complice l’aereoporto di Jomson e la strada di recente costruzione. I villaggi che incontriamo lungo il percorso sono ben curati e puliti, i campi di riso ed orzo stanno dando il loro prezioso frutto ma, la vera regina e’ la mela.

Diverse sono le specie coltivate e diversi sono i prodotti che si trovano in vendita nei negozi dei villaggi; dalle mele secche disidratate al succo fresco, dal brandy al sidro, dal semplice frutto alle moltitudini varianti di dolci! Siamo al giro di boa e il programma prevede un altro giorno di stop al famoso villaggio di Tatopani (acqua calda) che vanta delle sorgenti termali; ad un prezzo ridicolo, 50 centesimi d’euro si puo’ usufruire delle due piccole piscine dove l’acqua calda sgorga ad una temperatura di 43 gradi, potevo non andarci? La giornata di relax e’ servita perche’ l’indomani l’ascesa verso il campo base dell’Annapurna ha un dislivello di 1.800 mt, il sentiero e’ molto nervoso con vari su’ e giu’ che spezzano il ritmo; sassi, radici a fior di terreno dei numerosi alberi presenti piccoli guadi ai numerosi ruscelli sono le attenzioni basiche per raggiungere la meta. Il breve tempo di percorrenza e la non grandissima difficolta’ fanno si che questo sia uno dei piu’ ambiti sentieri al mondo.
Un lungo cordone umano a mo’ di processione sale al campo base per ammirare il tramonto e l’alba successiva, personalmente se avessi saputo di quanta gente avrei incontrato non sarei venuto. I lodge sono sporchino e sempre strapieni, il mangiare non e’ il massimo ma, ci puo’stare, in fondo sono poi solo quattro giorni e lo spettacolo dell’alba nell’anfiteatro e’ pauroso: da sinistra a destra il massiccio dell’Annapurna sud (7.219), Annapurna 1 (8,091),




Annapurna 3 (7.575), Annapurna 4 (7.535) e per finire il Macchapuchare (6.998) vengono illuminati a turno dal sole nascente, e tu sei li,infreddolito ad ammirare questo favoloso spettacolo. Per il resto sara’ una discesa continua con numerosi sali scendi, ma la veduta delle montagne e’ compromessa per via di una fitta nebbia e leggera pioggerella. Davvero un peccato perche’i villaggi che incontriamo non sono male, ma la visibilita’ e’ pari a zero.
Dei 27 giorni dei trek includendo i due di riposo ho percorso 500 km con un dislivello in salita di circa 12,000 mt e 6,500 in discesa; all’incirca sono state 115 le ore di cammino. La punta piu’ alta toccata e’ stato il Thorong La 5,416 mt mentre il punto piu’ basso il villaggio di Besisahar a quota 820 mt. Ora una settimana a Pokhara per cercar di mettere su alcuni dei 5 kg persi per strada!!!!