sabato 20 ottobre 2012

GIAPPONE


Da quando mi sono trasferito in Asia il Giappone e’ sempre stata una meta turistica nel mio mirino ma, per un motivo o l’altro non sono mai riuscito a visitare.
Finalmente a fine agosto con il biglietto di sola andata ho deciso di partire e fermarmi almeno un paio di mesi, partendo dal settentrione e viaggiare verso sud tralasciando l’area colpita lo scorso anno dal terremoto. Eccomi dunque in terra nipponica precisamente ad Hokkaido isola all’estremo nord del paese, ad accogliermi un tempo favoloso con temperature molto elevate (30-35gradi) nonostante l’autunno sia alle porte; la mia prima sensazione e’ quella di non trovarmi in Giappone ma bensi’ in Scandinavia. Questa regione si trova proprio a sud delle contese isole Curili con la Russia, territorio Ainu, ricchissimo di fiumi grandi spazi con una moltitudine di animali selvaggi tra cui l’orso bruno, cervi, marmotte oltre alla numerosa fauna ittica sia di fiume che di mare; la struttura geologica e’ vulcanica, dunque molte sono le sorgenti termali sulfuree chiamate “Onsen’ che sono una libidine! In riguardo all’accomodazione alberghiera ho deciso di servirmi delle strutture a carattere familiare le “Ryokan” camere solitamente in tatami e fouton un’armadio e un tavolino, basiche ma molto accoglienti, quasi tutte offrono nel prezzo la cena e la prima colazione stile Giapponese chiaramente. Un pochino disorientato i primi giorni visto che la colazione in pratica e’ un pranzo con riso, filetto di pesce, zuppa, yogurt, alghe e soia fermentata, ma col tempo diventera’ una normalita’! Visito Sapporo il capoluogo,  Otaru cittadina poco lontano sul mare; mi sposto normalmente con bus o treni locali, l’entroterra e’ una vasta distesa di parchi naturali numerosi facenti parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Lascio l’isola dopo una ventina di giorni alla volta di Tokyo in aereo, questa grandissima metropoli citta’ nella citta’ un po mi spaventava ma alla fine e’ abbastanza facile muoversi servendosi dei bus della metropolitana oppure camminando a piedi la si visita benissimo; si puo’ passare dal palazzo imperiale rilassante e tranquillo e trovarsi nei quartieri lussuosi di Ginza, dalla zona dei grattacieli di Shinjuku ai bellissimi giardini di Asakusa oppure nella zona di Ueno ricchissima di ogni genere di negozi, al piu’ grande mercato del mondo di pesce o ritrovarsi al Tree Tower il nuovo simbolo della citta’ alta 600 mt, insomma un po per tutti i gusti. Ho voluto staccare dal trambusto della citta’ decidendo di passare tre giorni a Nikko distante solamente un paio d’ore di treno, situata tra verdissime colline e culla di tesori e tradizioni millenarie; templi e giardini con possibilita’ di escursioni a laghi e sorgenti termali, ma ho valutato male la mia gita, sono arrivato nel fine settimana e, chiaramente la zona richiama molti visitatori, dunque  una moltitudine di gente. In compenso ottime specialita’ gastronomiche a base soprattutto di tofu e verdure, “Yuba e Shojin Ryori” innaffiate da Sake o birra locale. Al ritorno in capitale decido d’andare ad assistere ad una sessione di Sumo la lotta-combattimento, proprio in quel periodo c’erano le fasi finali del campionato; il costo del biglietto e’ caro (35€) e personalmente non e’ valsa la pena, i biglietti migliori sono quelli del parterre dal costo proibitivo e gia’ tutti prenotati, il combattimento dura al massimo una trentina di secondo con la cerimonia il tutto dura mezz’ora; al giorno ci sono circa una ventina d’incontri, dopo il quarto sono uscito…..
Continuo il viaggio alla volto di Kyoto passando per Nagano
zona delle Alpi Giapponesi, mi fermo a Matsumoto famosa citta’ per via dell’abbondante produzione di “wasabi” circa il 40% del prodotto di questa radice viene coltivata qua; c’e’ la possibilita’ di poter visitare la grandissima fattoria, gironzolare liberamente e assaggiare tutte le specialita’ che vengono prodotte, dalla normale radice fresca nelle diverse pezzature ai dolci, sott’aceto o zucchero, gratuggiate, essicate per finire al gelato; una giornata particolarmente interessante. Anche questa zona e’ ricca di sorgenti termali, visto che le temperature erano bassine ne ho approfittato per un bel bagnetto. Riparto con il bus arrivo nell’antica capitale, Kyoto ricchissima di storia e monumenti; si respira un’aria rilassante, tutto scivola via dolcemente tra superbi giardini e templi favolosi, il cuore della citta’ pulsa a mille ma le due cose sembrano sposarsi  perfettamente. Il mio piano prevedeva di visitare la citta’ in 5-6 giorni invece mi sono fermato dieci. Kyoto vuol dire Geishe e Maiko (aspiranti Geishe) e, nella zona della Gyon vecchia se ne incontrano parecchie; d’obbligo assistere almeno alla cerimonia del te’. Le ragazze s’esibiscono in danze al ritmo di strumenti simili ad arpe, riportandoti a ritroso nel tempo anche se il tutto dura poco piu’ di un’ora. Non ancora stufo di visitare templi ho fatto una puntata a Nara distante un’ora scarsa di treno da Kyoto. E’ stata la prima capitale del Giappone, fortunatamente e’ rimasta una piccola cittadina, ora tutta l’aerea e’ patrimonio dell’Unesco e la zona interessata dai monumenti immersa nella verde boscaglia, pulula di cervi e caprioli liberi che sono il simbolo appunto della citta’.
Riprendo il viaggio verso sud e precisamente diretto nell’isola di Shikoku, il paesaggio cambia totalmente d’aspetto, mare al posto delle verdi colline, l’entroterra e’ un’immenso giardino di coltivazioni delle piu’ svariate qualita’ di verdure , moltissime anche le risaie; all’improvviso tutto e’ diventato rurale, sempre pero’in armonia. Raggiungo Matsuyama  citta’ dell’isola famosa per avere una tra le piu’ vecchie “Onsen” del paese; vecchia di 385 anni la struttura e’ in legno e i bagi termali sono stratosferici!! Tramite traghetto proseguo arrivo ad Hiroshima, silenzioso via mare, nella citta’ della pace.
Questa e’ stata la citta’ che piu’ mi e’ piaciuta durante il viaggio, totalmente ricostruita dopo lo scoppio della bomba atomica, ampi boulevard e moltissimo verde, il tempo sembra scorrere dolcemente, senza affanni un’atmosfera rilassata, vuoi anche per il fatto che nel centro della citta’ c’e’ l’enorme Memorial Park in ricordo al doloroso accaduto e, visitandolo non puoi fare a meno di pensare.....
Gastronomicamente la citta’ offre molte buone specialita’ a base di pesce naturalmente e una che mi e’ piaciuta moltissimo lo” Okonomiaki”, consiste in una specie di pancake ripieno di verze, pezzetti di carne e pesce essicati, noodles e cotto alla piastra. L’ultima tappa mi porta ad Osaka,la terza metropoli del paese, culturalmente e’ molto povera, ma la citta’ e’ vivissima sotto l’aspetto divertimenti & shopping, di tutto di piu’ che non si puo’ immaginare; le persone qua sono molto solari, simpatiche, intraprendenti, trasgressive degno del mio fine viaggio!

RIFLESSIONI:

Sicuramente “il” viaggio in Giappone senza una persona locale che ti faccia da guida non e’ facilissimo; il problema primario almeno per me e’ stata la lingua, a meno di non conoscere la loro, poche sono le persone  in possesso di conoscenza di lingua inglese. Detto questo bisogna anche dire che i Giapponesi sono persone stupende, dolci, educate e pazienti, forse anche troppo squadrate ma, il loro essere e’ dettato dalla tradizione che impone questi canoni. I servizi offerti sono il top, mai un ritardo tutto super organizzato ma, e’ vero che lo si paga  fior di soldini, quello lo si deve mettere in preventivo. Personalmente lo consiglio a tutti, per conoscere meglio la loro storia e la loro gastronomia perche’ il Giappone non e’ solo il “Sushi” o  “Sashimi”.
 Allego invece delle solite foto un mini filmato, buona visione!!
  
 SAYONARA MATANE.


                                       

domenica 2 settembre 2012

RIASSUMENDO
In breve i tre mesi passati in Italia sono volati velocissimamente,  qualche breve viaggetto, cene e cenette a iosa, qualche bella sciata, lezione di golf  poi a fine marzo la ripartenza verso l’Asia.
Cambogia per la precisione.
Nazione che si sta lentamente sviluppando industrialmente e turisticamente, oramai sono moltissime le multinazionali straniere che investono qua in qualsiasi settore visto l’abbondanza di manodopera e la facilita’ burocratica complice una sana corruzione che la fa da padrona. Fiore all’occhiello senza dubbi e’ Siam Riep situata a nord-ovest del paese e famosissima per il grosso sito archeologico di templi Khmer e Indu risalenti tra l’ 8* e il 12* secolo. Cittadina conosciuta meglio come Angkor Wat nome del grandioso e stupefacente tempio merita almeno un paio di giorni di visite; quest’area in determinate ore della giornata trasmette sensazioni particolari in mezzi a templi e natura incontaminata. Dopo essere passato per la capitale Phnom Penh, visitato i principali monumenti, non si puo’ non visitare il “Killing Field” per comprendere cosa sia realmente accaduto sotto il regime dei Khmer Rouge. Toccande.
Parto per la villeggiatura marina di Sianoukville facendo tappa in una piccola carina cittadina di chiara architettura francese chiamata Battambang; la particolarita’ di questo paesino e’ d’avere a detta degli specialisti di settore, una particolare linea ferroviaria unica al mondo, collega due villaggi ed e’ lunga 10 km (vedere il filmato).
Sianoukville dicevo, un vero porcaio a cielo aperto nel senso di mercato sessuale, nessuna regola tutto concesso; come le autorita’ siano cosi’ cieche non capisco proprio! Comunque mi era stata decantata come molto carina questa zona ma sinceramente non mi e’ piaciuta per niente; mare bruttino e sporco solo droga e sesso. Molto meglio la zona a nord vicino al confine con la Thailandia: verdissimo, laghi, fiumi ottimo pesce e tanta tranquillita’!
Passata la frontiera con la Thailandia tutto diventa piu’civile, in un baleno raggiungo Bangkok e da li Saigon, staro’ per tre mesi in Vietnam e ritrovo tutti gli amici lasciati piu’ di un’anno fa, visito e scopro gente, tradizioni che durante la mia permanenza di quattro anni non ero riuscito a cogliere….  












27 Agosto 2012
CI SONO ANCORA......


Dopo circa otto lunghi mesi di buio totale nel blog ri-eccomi a scrivere ancora quattro righe (di scontento).
Ci siamo lasciati verso la meta' del mese di dicembre dello scorso anno, quando sono rientrato in Italia per le vacanze Natalizie, oramai erano sei anni che non le gustavo piu'. Purtroppo sono rientrato all'inizio del periodo "scuro" nella fresca gestione del nuovo governo di tecnici che sta rompendo le ossa alla nazione intera.....
Forse e' anche per questo ho deciso di trasferirmi all'estero; la politica e' talmente sporca che siamo arrivati al capolinea di quella gita alla quale moltissimi italiani avrebbero fatto a meno; intendo dire che tutti noi eravamo coscienti delle ruberie che avvengono nei diversi "palazzi", tutti noi abbiamo chiuso un'occhio anzi tutti e due, ed ora e' arrivato il conto finale dell'oste. Il lobbista, l'attuale primo ministro, il boia,  non ha fatto nient'altro che eseguire l'azzeramento come veniva richiesto a grande voce, (oltralpe e oltre oceano) complici i nostri politici degli ultimi quarant'anni! Destra, sinistra, centro, chiesa,  banchieri, NOI, tutti colpevoli senza remissione.
In tre mesi di “soggiorno” Italiano ho visto cancellare quel che sono state dure battaglie per i nostri nonni e padri, vittorie ottenute con sacrifici e sudore  spazzate via come strappare un filo d’erba in un prato con estrema facilita’; vero  troppo facile parlare o meglio scrivere. La cosa che mi ha fatto specie e’ stata quella di privarci della liberta’ quella di togliere un po d’ossigeno alla volta, di fare selezione come nel mondo animale. Il solo fatto che l’attuale gioventu’ non abbia possibilita’ alcuna d’istruzione,  che non ci sia una premessa di lavoro, di famiglia; non parliamo poi del servizio sanitario che sta rotolando pronto a sfracellassi. Attualmente i Ns "politici" stanno altresi' rivedendo anche il sistema pensionistico, quale futuro dobbiamo attenderci?
Allora ho proprio ragione nell’essere un po egoista e di pensare piu’ per me, viaggiando e purtroppo dall'estero leggere quello che succede nell’ex “bel paese”!! Scusatemi e perdonatemi per questo sfogo torno a viaggiare che mi opprime decisamente di meno.....


mercoledì 7 dicembre 2011

KATHMANDU:Boudhanath

BOUDHANATH

Menziono solo questo sito tra tutti quelli visti perche’ solo poche altre volte nella mia vita mi e’ capitato di provare delle fortissime emozioni come quelle di oggi; eppure non era la prima volta che lo visitavo! Conosciuto anche come Boudha, questo sito religioso prettamente buddista, era famoso gia’ piu’ di 400 anni fa per essere un’importante santuario di pellegrinaggio per le carovane provenienti dal centro Tibet verso l’India e viceversa. A tutt’oggi, dopo l’invasione cinese in Tibet, resta il tempio piu’ frequentato dai fedeli Tibetani in esilio tra Nepal ed India; ai lati dello Stupa ora sono nati diversi monasteri che ospitano migliaia di monaci/che, scuole di pittura sacra (Tangka), negozi di vario genere, e ristoranti. Tutt’attorno ai 120 mt di diametro del tempio le ruote delle preghiere girano ininterrottamente, mosse dalle mani dei pellegrini, assieme alla nenia di sottofondo delle preghiere recitate; il tutto ha suscitato in me una forte energia, tangibile nell’aria, bellissima giornata!


martedì 6 dicembre 2011

KATHMANDU


KATHMANDU


Come descrivere Kathmandu? Per secoli e’ stata una citta’ che controllava la rotta delle carovane tra Tibet ed India, acquisendo da tutto questo traffico un nuovo tipo d’artigianato basato essenzialmente sull’architettura di palazzi interamente costruiti in legno. Attualmente Kathmandu offre delle preziosissime gemme quali le vicine citta’ di Patan e Bhaktapur, non per niente dichiarate patrimonio dell’Umanita’ dall’Unesco. Impossibile non dedicare una visita, anche perche’ me ne staro’ qua una settimana, dunque, un sito al giorno per gustarmela fino in fondo! C’e da dire che i palazzi delle varie aree sono costruiti in maniera abbastanza simile, e, per non avere un rigetto ( una degna visita dura circa 4-5 ore) le ho alternate visitando i siti religiosi quali, la Swayambhu pagoda e il Boudhanath Stupa; sono riuscito cosi’ con un buon equilibrio culturale-religioso ad apprezzarle entrambi nel modo migliore. Nel disastro urbanistico e nella discarica a cielo aperto a volte mi sembra di vivere in una citta’ mediovale in decadenza; tra le loro fatiscenti ma deliziose case, i loro ritmi giornalieri forse dettati dalla religione come cultura di base, la tangibile poverta’ che aleggia ad ogni angolo di strada, il sorriso che ogni momento ti viene rivolto, e, la dignita’ umana di questo popolo mi fanno comunque sempre stare a mio agio. Abitualmente mi sono mosso tra l’area dove ho l’hot (vicino al Palazzo Reale)e il restodella citta’ a piedi, nonostante il tanto inquinamento, l’uso dei taxi era proibitivo, dato i numerosissimi intasamenti dovuti ad un super traffico ed una scarsa e pessima rete stradale; armato di mascherina e una buona cartina della citta’ non ho avuto nessun tipo di problema nelle mie visite ai siti visitati.















lunedì 21 novembre 2011







ANNAPURNA TREKKING


Rieccomi qua, dopo due mesi passati in Bali sono pronto ad affrontare una nuova “avventura” in Nepal, gateway questa volta e’ Singapore, ottimamente servita tramite aerei dall’isola Indonesiana. Mi fermo solo una notte e due giorni, il tempo non e’ il massimo e’ il periodo delle piogge, ho pero’maniera di visitarla benino; partenza da Marina Bay, mi dirigo verso la Little India perdendomi nei vicoletti assaporando profumi d’incenso e spezie.

Anziane donne Indiane con grande maestria eseguono henne’ sulla bianca pelle di turiste, altre pongono offerte nei minuscoli templi votivi; piccoli ometti vendono verdure e frutta fresca attirando l’attenzione con un campanello. Continuo la mia passeggiata verso Chinatown e mi sembra impossibile tutto questo ordine e pulizia, quasi dimenticavo d’essere nella sterile Singapore! Perdendomi qua e la’ tangibilissima e’ la mano del bianco coloniale degli anni che furono; molti edifici sono in classico stile Inglese, numerose le chiesette cristiane, e i parchi. Camminando e camminando e’ arrivata ora di cena, casualmente m’infilo in un ristorante cubano con musica dal vivo, dove abbonda una quantita’ di gnocca originaria dell’isola caraibica impressionante, che bel vedere… La “comida” e’ stata squisita, come poi poter dire di no a qualche Moijto? Avevo a disposizione tutta la mattinata seguente ma la pioggia era torrenziale, ho preferito spostarmi in aeroporto e visitare questa struttura a detta come il miglior aeroporto al mondo, impossibile dire il contrario! Nel primo pomeriggio parto per Kathmandu e dopo circa cinque ore mi ritrovo nella caotica capitale Nepalese; mi aspettano 27 giorni di trekking nell'area dell'Annapurna            giorno seguente di buona mattina si parte con un pulmino e con la mia guida Lok dopo sei ore di viaggio raggiungo il punto di partenza .Siamo ad una quota bassissima, solo 800 mt, e per i primi quattro giorni prendiamo poca quota; camminiamo tra colline, prati, coltivazioni di riso mais e foresta tropicale, il tempo e' bellissimo cosi' come i lodge dove ci fermiamo a mangiare e dormire. Cominciamo a scorgere le prime montagne innevate dopo sei giorni, siamo a quota 2.500, il paesaggio e’ totalmente cambiato, ora restano solo macchie di coltivazioni, prati verdissimi greggi di pecore, capre e mucche oltre ai tantissimi pini. Il sentiero e’ piacevole mentre le case cominciano ad assumere il classico stile montano, sassi e legno; le persone che incontriamo sono di chiara origine tibetana. Nonostante il sole sia omnipresente l’aria si fa decisamente piu’ frizzante specie mattino e sera, la vista della montagne innevate sempre piu’ vicina. Prima d’affrontare il passo a quota 5.420 abbiamo un giorno di relax per poter acclimatare meglio; il villaggio dove ci fermiamo non e’ un granche’ in compenso offre buone possibilta’ d’escursioni e, in una di queste faccio uno straordinario incontro. Dal villaggio si vede arroccato nella montagna un minuscolo monastero, chiedo informazioni ed ho diverse risposte: si, ci abita un monaco, no e’ disabitato, viene usato solo per particolari cerimonie. A questo punto non ho chance, vado di persona, l’ascesa non e’ facile c’e un dislivello di 7/800 mt e in un’ora e mezza lo raggiungo; sono a quota 4.400, non si ha traccia di persone ma c’e un’orticello coltivato dei panni stesi e dell’acqua corrente, sento starnutire e mi trovo sotto gli occhi un’anziana monaca di circa una sessantina d’anni che gentilmente mi fa entrare. Parla un pochino d’inglese mi offre un the caldissimo poi mi dice che il Lama e’ pronto per l’udienza, Lama? Udienza?
M’accompagna in una stanzina buia zeppa di statue di Buddha, tangka e fotografie del Dalai Lama; scorgo nella penombra la figura di un vecchio monaco, Lama Tashi 95 anni da 45 vive qua. Tramite la monaca mi chiede che cosa faccio li’, rispondo che ero incuriosito del monastero e sono venuto a vedere, il Lama si fa una grassa risata poi mi chiede se voglio la benedizione per il proseguo del mio trek visto che tre due giorni ci sara’ il passo da scalare; acconsento, la monaca dice che c’e da fare un’offerta, faccio l’offerta e Il Lama comincia con il rituale, prega, mi fa poi passare un cordino colorato al collo, mi tocca la testa con un’oggetto di cuoio, prega ancora poi dice che non incontrero’ nessun tipo di problema durante tutto il tragitto. Benissimo rispondo, a questo punto s’accorge del mio tatuaggio al polso, il suo sguardo s’illumina, mi chiede di sedermi accanto a lui, parla alla monaca che sparisce e ritornera’ un paio di minutidopo con un mala e due tazze di the tibetano.Benedisce il mala e me lo passa al collo, restiamo a guardarci negli occhi senza parlare e, sembra che ci capiamo alla perfezione nonostante l’assoluto silenzio. Il sole sta per tramontare, devo ridiscendere, faccio una lauta donazione saluto ed esco; non so cosa sia successo, l’incontro mi ha messo tantissima energia in corpo!!!! Il trek riprende con i colossi quali Annapurna 2 e 4,Thilicho, Gongapurna che ci circondano, sono tutte vette che superano i 7.000 mt lo spettacolo e’ favoloso, camminando si e’ arrivati ai piedi del famigerato passo Thorong La, alloggiamo al campo base. Tra le numerosissime persone quasi tutte occidentali non posso far a meno di notare che tutti sono tecnicamente super equipaggiati, dagli scaropni alle racchette, dall’abbigliamento ai famosi cerotti sul naso, vitamine barrette energetiche, glucosio liquido, sara’ mica che ho sbagliato trek? Eppure anch’io faro’ lo stesso sentiero, ma di tutto quello niente…..4,30, si parte in un paio d’ore sono al passo ma fa freddo e tira un gelido vento, saremo a -13/15, giusto un the per giunta neanche caldo due foto e giu’ dall’opposto versante. Arriviamo al lodge prestabilito con notevole anticipo, una bella doccia calda e un’ottimo pranzo ci rimettono in forma; il primo degli austronauti arrivera’ alle due del pomeriggio distrutto ed incredulo nel vederci gia’ li’!!!! Sara’ mica stata la benedizione ……… Siamo nel Mustang, area che solo da pochi anni e’ stata aperta al turismo di massa, complice l’aereoporto di Jomson e la strada di recente costruzione. I villaggi che incontriamo lungo il percorso sono ben curati e puliti, i campi di riso ed orzo stanno dando il loro prezioso frutto ma, la vera regina e’ la mela.

Diverse sono le specie coltivate e diversi sono i prodotti che si trovano in vendita nei negozi dei villaggi; dalle mele secche disidratate al succo fresco, dal brandy al sidro, dal semplice frutto alle moltitudini varianti di dolci! Siamo al giro di boa e il programma prevede un altro giorno di stop al famoso villaggio di Tatopani (acqua calda) che vanta delle sorgenti termali; ad un prezzo ridicolo, 50 centesimi d’euro si puo’ usufruire delle due piccole piscine dove l’acqua calda sgorga ad una temperatura di 43 gradi, potevo non andarci? La giornata di relax e’ servita perche’ l’indomani l’ascesa verso il campo base dell’Annapurna ha un dislivello di 1.800 mt, il sentiero e’ molto nervoso con vari su’ e giu’ che spezzano il ritmo; sassi, radici a fior di terreno dei numerosi alberi presenti piccoli guadi ai numerosi ruscelli sono le attenzioni basiche per raggiungere la meta. Il breve tempo di percorrenza e la non grandissima difficolta’ fanno si che questo sia uno dei piu’ ambiti sentieri al mondo.
Un lungo cordone umano a mo’ di processione sale al campo base per ammirare il tramonto e l’alba successiva, personalmente se avessi saputo di quanta gente avrei incontrato non sarei venuto. I lodge sono sporchino e sempre strapieni, il mangiare non e’ il massimo ma, ci puo’stare, in fondo sono poi solo quattro giorni e lo spettacolo dell’alba nell’anfiteatro e’ pauroso: da sinistra a destra il massiccio dell’Annapurna sud (7.219), Annapurna 1 (8,091),




Annapurna 3 (7.575), Annapurna 4 (7.535) e per finire il Macchapuchare (6.998) vengono illuminati a turno dal sole nascente, e tu sei li,infreddolito ad ammirare questo favoloso spettacolo. Per il resto sara’ una discesa continua con numerosi sali scendi, ma la veduta delle montagne e’ compromessa per via di una fitta nebbia e leggera pioggerella. Davvero un peccato perche’i villaggi che incontriamo non sono male, ma la visibilita’ e’ pari a zero.
Dei 27 giorni dei trek includendo i due di riposo ho percorso 500 km con un dislivello in salita di circa 12,000 mt e 6,500 in discesa; all’incirca sono state 115 le ore di cammino. La punta piu’ alta toccata e’ stato il Thorong La 5,416 mt mentre il punto piu’ basso il villaggio di Besisahar a quota 820 mt. Ora una settimana a Pokhara per cercar di mettere su alcuni dei 5 kg persi per strada!!!!

domenica 25 settembre 2011

ISOLA DI GIAVA


TOUR DEI VULCANI

Continuando il mio viaggio sono"approdato"nell'isola di Bali in Indonesia; sono ospite di un'amico che vive qua da nove anni, dopo tre mesi d'India del nord, ho la sensazione di essere un paradiso, negozi e ristoranti di ogni sorta, mare, spiaggia, civilta' insomma, di tutto di piu'.Ho deciso di fermarmi un paio di mesi ma la vita di spiaggia non e' mai stata il mio forte, dunque perche' non affittare una moto e partire per la vicina isola di Giava ricca di vulcani ancora attivi per un po di trekking? Dopo aver risalito tutta l'isola di Bali e traghettato su Giava faccio tappa sul primo dei tre vulcani che visitero': l'Ijen Kwan, famosissimo per essere una tra le piu' grandi solfatare al mondo. In effetti sono stato scioccato dall'umiliante lavoro di queste povere persone che, per la somma di tre euri a giro portano sulle spalle negli appositi bilanceri un peso medio di 75 kg; giro vuol dire un'ora di cammino dal villaggio al cratere poi un'altra mezz'ora fino a raggiungere la solfatara, carico e ritorno a valle in un paio d'ore!!! I poveracci la maggior parte delle volte non calzano scarpe, al limite delle infradito; nella solfatara le Il vulcano ha un grosso lago all'interno e la sua acqua e' di un color turchese chiaro, il colore della roccia varia dal giallo all'arancio, al nero della pietra lavica facendo cosi' un contrasto favoloso con l'azzurro del cielo ma, sfortunatamente l'ho solo potuto vedere di sfuggita perche' si e' alzato un bel nebbione e relativa pioggerellina. Continuando il viaggio a poca distanza ho potuto visitare il vulcano Bromo; viene pubblicizzato tantissimo e pensavo di avere davanti ai miei occhi uno spettacolo favoloso, invece.....l'alba la si puo' vedere da una collina sovrastante ma il piu' delle persone la raggiunge facilmente con quindici minuti di jeep, mentre io mi son fatto un'ora abbondante di marcia; comunque sia la visione tutto sommato non e' stata male. Il delirio e' cominciato quando mi sono mosso per andare sul cratere camminando sulla piana di sabbia finissima nera, una massa assurda di persone autotrasportate dalle varie agenzie si riversava sulla vasta pianura. La mia andatura sulla sabbia era lenta e quando ho raggiunto il bordo cratere ero quasi da solo e in tutta tranquillita' ho potuto scattare buone fotografie. Per quel che riguarda la visita e conseguente trek al terzo vulcano, sua maesta' "Merapi", si trova al centro dell'isola; la sua ultima disastrosa eruzione risale al dicembre scorso, l'eruzione ha bruciato ben 17 villaggi nell'area est, 120 persone morte e bruciato migliaia di ettari di foresta pluviale; attualmente sta ancora sonnicchiando e il trek e' limitato all'area sicura. I fumi emanati dal vulcano e la persistente nebbia han fatto si che nei due giorni di trek non si abbia avuto la visione completa della montagna (2911mt), peccato, e' stato comunque un bel cammino tra la foresta pluviale bruciata, i villaggi distutti e la visione dell'unico animale scampato al disastro il puma indonesiano!!! Rientrato al paese di partenza del trek (Kuliurang) tranquillo e rilassante mi son fermato tre giorni usandolo come base per la visita al tempio di Borobudur che distava solamente 80 km. Famosissimo per essere il tempio buddista piu' grande in Asia, vecchio di 1200 anni, la sua costruzione e' uno spettacolo folgorante; sito sponsorizzato dall'Unesco, lo stupa e' stato costruito in pietra lavica e consiste in sei piani piramidali raffiguranti la vita del Buddha con numerose nicchie di preghiere, il settimo piano e' formato da 72 statue di Buddha in diverse posizione di meditazione tutte ingabbiate, solamente alcune aperte per bella mostra ai turisti ma, non accessibili al pubblico, da li si ha la visione dell'ottavo ed ultimo piano formato dal classicissimo stupa sferico simboleggiante il nirvana. Avrei dovuto far visita anche al tempio induista di Prambanam ma il pessimo tempo e la pioggia me l'hanno impedito; rientro a Bali facendo una strada diversa che all'andata, mi dirigo verso la costa sud evitando il traffico dell'arteria centrale, gustandomi paesaggi gradevoli di campagna, oppure di costa selvaggia fermandomi in villaggi davvero caratteristici e facendo d'attrazione essendo l'unico "bianco" da quelle parti. Ottimo come sempre il mangiare, buono anche il caffe' locale vizati poi da un bel bagno in mare e dalla visione di stupendi tramonti; rientro a Bali dopo aver percorso piu' di 1200 km avendo buoni ricordi di questo viaggio.

mercoledì 10 agosto 2011

Zanskar trek



Nei miei progetti avevo in programma come secondo trek, quello dello Zanskar, nella parte ovest del paese che mi avrebbe portato da Lamayuru a Darcha nel confinante stato dell’Himachal in tre settimane; per una questione organizzativa ho dovuto ridurre il viaggio a due settimane, la partenza sara’ sempre la solita ma mi fermero’ a Padum la capitale dello Zanskar poi da li rienterro’ in Leh in bus via Kargil. Partiro’ con un gruppo di sei olandesi simpatici e pazzi, ma soprattutto molto giovanili eta’ media loro sessanta per cui io saro’ il piu’ giovane! Alla partenza 14 cavalli, la guida e sei persone al seguito, l’agenzia fornisce tutto dalle tende ai materassini al sacco a pelo, incluso tutti i pasti e le bevande. Ricco della precedente esperienza in caso di riserva d’energie parto con alcuni viveri di sostegno quali albicocche secche, mele disidratate, uvetta secca mista a noci e mandorle e delle tavolette di cioccolata amara. Questo trekking rispetto al precedente e’ piu’ ricco di passi da valicare ma con quote non altissime (max 5.030 mt) di media si cammina intorno ai 4.100/42000 mt d’altitudine; la flora e’ decisamente ricca: ginepro, arnica, stelle alpine, saleggia, rosa selvatica himalayana e moltissime altre specie che non conosco. Anche la fauna e’ interessante: marmotte a iosa, visto l’altitudine e i ricchi pascoli tantissimi yak, pecore, capre e cavalli; per ben due volte c’e capitato di vedere l’aquila reale elegante e maestosa davvero una bella fortuna.Tutti i villaggi che incontriamo sulla nostra strada sono abbastanza grossini, in genere siti sempre vicino a corsi d’acqua che, incanalata con un’ingenioso sistema viene usata per irrigare i campi. Ogni villaggio e’ indipendente, nei quattro mesi estivi producono grano, orzo, lenticchie, piccoli fagioli neri che serviranno come sussistenza invernale, per ben due volte l’erba per agli animali come foraggio invernale e, tutta la verdura per i mesi estivi quale carote, patate, cavolfiori,sedano rapa etc. In ogni villaggio esiste un monastero, a volte anche con un solo monaco, nei villaggi di Lingshed e Karsha i monasteri sono di proporzioni piu’ grandi e ospitano fino a 130 monaci, sempre negli stessi villaggi ci sono anche monasteri femminili super puliti e gestiti da simpaticissime monache.Durante questo trek le tappe giornaliere sono state di circa venti chilometri, e si cammina per 5/6 ore; il maggior problema e’ sicuramente causato dal caldo, con temperature che arrivano anche a 40 gradi nelle giornate serene; un altro problema e’ stato il vento che soprattutto nel pomeriggio soffiava forte, sollevando fastidiosi polveroni rallentando cosi’ l’andatura. In compenso abbiamo avuto visoni di montagne straordinarie e vallate di colori davvero eccezionali soprattutto al tramonto, quando il sole infuocava la roccia facendo un bellissimo contrasto con l’azzurro del cielo. L’incontro costante con questa popolazione cosi’ povera ma, ricca dentro, gioiosa dignitosa con tradizioni millenarie immutate, il loro quotidiano basato su regole dettate dalla natura con dei valori che noi (purtroppo) abbiamo perso da tempo disposti in qualsiasi momento ad aiutarti donandoti anche anche solo una semplice tazza di the e dei sorrisi mi hanno fatto apprezzare tantissimo questo trekking che, vivamente consiglio a Voi tutti provare come esperienza di vita.